Di errori ne ho commessi tanti nella vita, ma mai uno così significativo come quello della scorsa estate. Ebbene spinto da un incondizionato amore paterno ho pensato fosse un’ottima idea prestare la mia auto a mio figlio e ai suoi amici per godersi una vacanza in Salento. Eppure le raccomandazioni c’erano tutte: dalla più blasonata e importante “guida con prudenza” a quelle più specifiche come “mi raccomando niente sigarette in auto”.
La mia auto all’altezza di un matrimonio importante, quello di mia sorella.
È successo. Mia sorella si sposa. Non che non lo avessi ritenuto possibile, per carità. Ma quando a 16 anni raccontò a nostra madre che avevo dato il mio primo tiro di sigaretta, pensavo che un uomo non sarebbe mai potuto finire tra le braccia di una simile megera. Mie considerazioni di adolescente turbato a parte, io voglio davvero bene a mia sorella e in questa occasione così speciale oltre a essere il suo testimone di nozze (che ancora mi commuovo al sol pensiero, ma non diciamolo a nessuno), mi ha chiesto di accompagnarla in chiesa con la mia auto.
Un grande amore, finalmente possibile.
Parliamoci chiaro non navigo nell’oro, anzi diciamo più nel nichel. Però arrivi a un punto della tua vita in cui il peso schiacciante della responsabilità deve fare spazio a qualcosa di leggero. Leggero, anche se lei in realtà pesa parecchio. Non ho mai nascosto il mio amore nei suoi confronti, nemmeno a mia moglie, che ne è consapevole e lo accetta.
Voglio una vita spericolata, anzi meglio di no.
Sono spensierata alla guida della mia Lancia y, non chiedetemi di più perché come info sulla mia auto me la faccio bastare. Musica a volume moderato, canto. Sicuramente dalle altre vetture qualcuno mi scorge e sembro chiedere disperatamente aiuto, in realtà mi sto solo cimentando in un acuto di Tiziano Ferro.